Numero 13 | Gennaio 2023
My name is Bond, James Bond...and I am back!
"La moneta cattiva scaccia quella buona."
– Legge di Gresham
La moneta deve essere disponibile e affidabile, e fin tanto che gli Stati emettevano moneta in funzione del metallo contenuto, tale era. Maggiore la quantità di metallo, più preziosa la moneta. Quando si intuì che per sviluppare i commerci era opportuno ampliarne la base, si ideò l'arte della "tosatura", una grattatina per creare commercio "inflazionando".
Le monete "aggiustate" perdevano potere d'acquisto, si era inventata l'inflazione! Oggi alla "moneta tosata" si è sostituito il debito (succedaneo della moneta) ma come allora il "gioco" è lo stesso: pagare/rimandare i propri obblighi, nella convinzione che presto o tardi la "tosatura" farà il suo dovere!
Mercati Sviluppati e sistema economico: un equilibrio a rischio
Un sistema economico che non si basa sul reddito generato, ma sul debito contratto, è instabile. Se questo disequilibrio si protrae, il rischio che diventi insostenibile è reale.
Questa è la situazione nei Mercati Sviluppati. Tale criticità non "scende dall’alto", ma è frutto di quello che noi chiediamo alla classe politica: vivere meglio e sempre sulle spalle altrui. È necessario recuperare risorse. Sempre più debito, privato o pubblico non importa! Questa è la realtà, questo è il mercato, e non pare possibile non parteciparvi. Isolarsi nella virtù non è la scelta giusta, ponderare i rischi per il reddito certamente sì. Questa è la normale vita dell'investitore.
Il reddito fisso sta vivendo un periodo di ritrovato interesse, gli investitori sono finalmente ripagati. È finito il regime di repressione fiscale e finanziaria che, iniziato con la crisi del 2008 e protrattosi per circa un decennio, ha portato i prezzi delle obbligazioni su livelli insostenibilmente alti. Ripensando a quando tre quarti dei Titoli di Stato emessi dai Mercati Sviluppati pagavano rendimenti nominali negativi, ci diciamo: "quanto siamo stati stupidi".
Il grande vantaggio del giocare col fuoco è che non ci si scotta mai. Sono solo coloro che non sanno giocarci che si bruciano del tutto. (Oscar Wilde)
Il calo record dei prezzi del reddito fisso nel 2022 è stato sfidante, molti giocando si sono "bruciati" (si stima infatti che nel solo segmento dei corporate bonds il mercato abbia subito una discesa delle valutazioni pari a 2.6 trillion USD). Il grande shock inflazionistico ci ha riportato alla realtà, abbiamo assistito ad un doloroso repricing. Avevamo dimenticato che il denaro, come ogni bene scarso, va pagato. Oggi ci viene presentato il conto di anni di Modern Monetary Theory (MMT) e dell'azzardo monetario perseguito dalle banche centrali. L'amara medicina è un aggressivo inasprimento monetario, l'obiettivo frenare la dinamica dei prezzi, anche a costo di una recessione.
Il futuro dei bond: premesse e aspettative
Il nuovo paradigma è dato: tassi globalmente al rialzo. Le banche centrali lo hanno detto, ma il mercato dubita, pensando che non abbiano né l'autorità né la credibilità per attuarlo. Gli operatori, intravedendo un rischio recessione e ricordando la politica stop and go dei Governatori della Fed degli anni '70, pensano che si fermeranno prima del dovuto, seguendo un "suggerimento politico".
Siamo dunque in "riaggiustamento" e, fra le cose che possono andare storte, sorpresa ed inattesa è stata la crisi di investitori istituzionali inglesi che, spinti dalla Zirp ad andare a leva per poter onorare gli impegni presi, si sono trovati nel reverse, in difficoltà e a rischio di margin call. Il mondo dei bond nasconde dunque insidie impensabili, frutto della iperfinanziarizzazione di questi anni. Quante istituzioni che si sono obbligate verso terzi hanno giocato con la finanza? Gli strumenti over the counter sono correttamente valutati nei bilanci? A quanto ammontano?
In un quadro di cambiamento, sarebbe importante una chiara dinamica comunicativa sull'evolversi della politica monetaria. Questo punto, che parrebbe marginale, è importante: un linguaggio univoco e lineare toglierebbe incertezza e delineerebbe la strada. Purtroppo, vi è poco spazio per l'ottimismo, a memoria è difficile ricordare banchieri centrali brillanti nell'ars oratoria, limpidi nelle loro analisi e credibili nelle loro risposte. Anche questo fa temere un periodo altalenante per i rendimenti, ottimo per il trader fortunato, forse meno propizio per l'investitore buy and hold.
In chiave tattica, lo scenario positivo di inizio anno pare temporaneo. I mercati hanno interpretato in chiave unidirezionale i dati macro, trascurando le dichiarazioni delle autorità monetarie e conseguentemente portando a chiudersi gli spread (es: Btp/Bund). Dopo tale movimento operativamente normale, attendersi un “ripensamento” ed una fase di maggior volatilità che potrebbe particolarmente pesare ai segmenti meno liquidi del mercato.
Il contesto per il mercato obbligazionario suggerisce attenzione, ma operativamente che fare? È corretto avere una posizione? Sì, ma più che avere, pare opportuno costruire gradualmente un portafoglio. Cedole fisse in area 4% per i debitori governativi del G7 è un rendimento che non si segnava da un decennio ed una "sirena" a cui non si può resistere.
Riassumendo, i bond sono generalmente interessanti anche se pare idoneo avvicinarcisi in chiave opportunistica, stante che la loro remunerazione nominale è illusoria mentre quella reale è effettivamente distruttiva del potere d'acquisto. I bond diventano, più che uno strumento buy and hold, un'opportunità di trading.
Portafogli più aggressivi, se condividono l'ipotesi di una fase recessiva nei Mercati Sviluppati, possono prendere rischio duration. In questo caso, l'azzardo sta nell'accettare l'ipotesi che le banche centrali taglino i tassi genuflettendosi al politically correct.
Seppur in un contesto fortemente diverso (per demografia, tecnologia e stock di debito), emergono similitudini con gli anni '70. Se sarà così, i banchieri centrali torneranno ad essere vasi di coccio tra vasi di ferro e vivranno l'incertezza e la difficoltà di scegliere tra inflazione e crescita.
"Il nostro Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s'era dunque accorto, pria quasi di toccar gli anni della discrezione, d'essere, in quella società come un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro." (A. Manzoni, I Promessi Sposi)
In tal caso, la performance 2023 potrebbe essere meno lusinghiera dell'oggi atteso, vedremo poi nel tempo se la situazione sarà tirata all'estremo e se debito e moneta sperimenteranno una crisi di fiducia, almeno... fino all'eventuale arrivo di nuovo Volker.
In generale, nonostante l'accresciuto rendimento nominale, il futuro dei bond non è esaltante e nel medio periodo non pagheranno "la pensione" all'investitore.
Lo sa anche il più famoso agente segreto di Sua Maestà, che nella sua ultima impresa è passato dalla vodka Martini, non shakerata ma agitata, ad una più economica e popolare birra. I tempi cambiano anche per lui: è meglio iniziare a prepararsi ad un mondo più parco.
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