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Numero 3 | Luglio 2020

Tempo di lettura: 5'

Bolle di sapone

 

Le bolle finanziarie non esistono: i partecipanti al mercato fissano razionalmente e liberamente i prezzi dei loro scambi, nessuno usa notizie riservate, il prezzo è frutto di una libera scelta di convenienza e riflette tutte le informazioni disponibili.

Bolle finanziarie

Incontestabile sì, ma nel "mondo delle favole", non certo in quello reale, fatto di persone che, da sempre e per sempre, convivono con gli istinti di desiderio e paura - "Greed and Fear". Questa è la realtà e gli ultimi tragici accadimenti confermano come tali istinti guidino anche oggi l’uomo del 2000 – l’ignoto, l’abisso è sempre lì.

Individualmente, ciascuno è sensibile e ragionevole, ma come membro di una folla subito diventa stupido. (Friedrich von Schiller)

Una bolla finanziaria si sviluppa quando un continuo ed accelerato incremento - o ritorno - di prezzo, stimola l’entusiasmo - o panico - degli investitori, diffondendosi per contagio psicologico ed ingigantendosi al pari delle storie che la gonfiano. Tutto questo attira un ventaglio sempre più ampio di investitori che si lanciano nell’avventura.

Alla base del movimento può esserci una notizia vera e reale, peccato che esasperandola la si renda pericolosa.

Affermare che “le azioni hanno una performance migliore delle obbligazioni” è storicamente corretto, accettando un orizzonte temporale di lungo termine; se si comincia a pensare invece che i titoli azionari siano un investimento meraviglioso, rapido e buono per tutte le stagioni, si cade nell’errore di cui sopra: si esaspera il concetto, invalidandolo.

Il sonno della ragione genera mostri. (Francisco Goya)

Se il movimento di mercato è esasperato, il prezzo perde senso, cresce il rischio di “delusione” e, pur con i dubbi della ragione, si corre il rischio di accettare e condividere fattori aleatori e temporanei basati sul consensus e non sulla razionalità. Il processo di rivalutazione e svalutazione dei prezzi si autoalimenta. Solo al verificarsi di un evento dirompente, con la conseguente presa di coscienza degli operatori, il mercato torna verso livelli di maggior coerenza: la borsa sale dalle scale e scende dalla tromba delle scale.

Qualsiasi sia la causa, gli effetti delle bolle speculative sono sempre deterioranti per l’economia del Paese in cui in cui si verificano. La storia riscontra una relazione causa-effetto tra la formazione delle bolle e le crisi finanziarie. Dalla Tulipanomania alla bolla immobiliare statunitense (2007-2008): tutte hanno portato a conseguenze che hanno avuto un impatto negativo molto forte sull'intera società.

Oggi fortunatamente tutto è diverso: l’attenta selezione delle scelte si accompagna ad un’operatività cauta, professionale e non emozionale; prova ne è il tranquillo andamento, nel corso dell’ultimo quadriennio, della piazza statunitense.

L’elezione a Presidente di un outsider, i rischi di guerra con la Corea del Nord, l’aspro scontro commerciale sino-americano, l’attentato in Iran, la pandemia (con i suoi oltre 100.000 decessi) e il lockdown non sono stati per il mercato che incidenti di percorso. L’ingordigia degli investitori li porta a guardare sempre il bicchiere mezzo pieno.

Cruciale è l’interventismo delle banche centrali che, ormai archiviata l’autonomia dal potere politico, sono diventate il braccio operativo del Ministero del Tesoro.

La politica dei tassi a zero, la repressione fiscale e finanziaria, l’ingerenza sul mercato (con opportuni divieti nelle fasi di maggior tensione), ma soprattutto l’incessante e massiccia dose di liquidità a livello planetario, hanno portato l’unico investimento effettuabile ad essere la preda dell’avidità più sconfinata.

Obbligazioni a tassi negativi, prezzi delle commodities negativi (petrolio) e azioni con multipli elevati, basate su promesse di risultati futuri, non preoccupano più. La liquidità tutto copre. Chi prima acquista, prima guadagna e “ignoranti” sono coloro che guidati dallo scetticismo mantengono un approccio prudente con una assidua attenzione al rischio.

Solo quando la marea scende scopri chi stava nuotando nudo. (Warren Buffett)

Il turbinio degli eventi e la forza del trend smentiscono anche gli “oracoli” che invitano alla prudenza. Spinto da una montagna di denaro tanto grande da confonderne il significato stesso, il mercato segna massimi sempre crescenti.

Nulla conta, anche se un semplice ragionamento sugli utili dovrebbe far riflettere. Oggi il più importante e diversificato indice mondiale - S&P - si paga in 22 anni con gli utili storici (rientro anno 2042) e in 25 anni (rientro anno 2045) con gli utili attesi. Poco serve ricordare che in media si aggirava intorno ai 15 anni e le occasioni venivano ricercate con ratio in area 10. È storia del passato.

Se ci si domandasse come saremo e come sarà la società nel 2042-2045, le mille sfaccettature della realtà forse ci porterebbero a guardare con criticità ai livelli raggiunti dai mercati. Solo con un bagno di umiltà si potrebbero vedere gli eccessi di oggi e conseguentemente preparare quelle scelte strategiche per evitare futuri momenti di panico e paura.

Come operare dunque? Posizionandosi sul mercato opportunisticamente senza misconoscere le irrisolte criticità di fondo, mantenendo il rischio sotto controllo, resistendo alle mode dell'avidità e ricordandosi sempre che viviamo in una “Casa de Papel”.

Non c'è mezzo più sottile, non c'è mezzo più sicuro per rovesciare la base della società esistente che corromperne la valuta. (John Maynard Keynes)

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